<Eccolo, l'ingresso dell'abisso. “Entra” mi ha detto, col suo alito di pietra umida e muschio; mi ha promesso un nuovo viaggio. Sicché mi appendo alla corda, mi stacco dagli ancoraggi, e comincio a calarmi nella grotta.

Come ogni volta, ho annodato a un albero il mio filo di Arianna immaginario: me lo porterò dietro, lo srotolerò lungo le gallerie sotterranee e nei meandri, nelle sale, giù per i pozzi.>

Natalino Russo, con semplicità e ironia, ci porta dentro le montagne, ultima frontiera dell'esplorazione, raccontandoci di luoghi sotterranei illuminati per la prima volta, di nuove geografie, ma anche di fatica e di passione. Un libretto leggero e godibile, in cui la storia autobiografica è solo lo spunto per riflessioni sul senso di fare speleologia.

Lo trovate in biblioteca, nella sezione “narrativa”.

Natalino Russo, Il respiro delle grotte. Piccole divagazioni sulla profondità. Ediciclo editore 2013.